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L'ULTIMA STELLA TUAREG
Questi sono appunti del mio ultimo viaggio (1)
A volte li cucio. Altre, come questa, li lascio così come mi sono venuti.
Aggiungo soltanto alcune note per renderli un pò più comprensibili.
E gli appunti sono quelli del giorno 01/01/89, percorso Tessalit-Tabankort per la valle del Tilemsi (Mali).
- E' sempre così. Si parte con tutto in ordine e la promessa di mantenerlo. Poi dopo i primi giorni finisce il tentativo di combattere contro la sabbia, i fazzoletti di carta, le scatole di pelati e di pesche sciroppate, la casualità insomma.
- Incominciano a sporcarmisi le mani. E la cosa non mi è indifferente.
- Si ha l'impressione che anche la buona volontà negli uffici sia lasciata al caso. Come da noi.
- E poi il vento.
- Inizia già rincresciermi il fatto di non aver comprato la stoffa del Tuareg (2).
- Una stessa situazione affrontata a 20 e 50 anni è diversa.
- Sono le condizioni mentali per affrontare un problema che rendono il problema più o meno difficile.
- Povera gente. La signora presa la fetta di panettone l'ha assaggiata e messa via, forse per i figli, dicendo con l'aria della bontà del gateau. Alla seconda fetta, anche questa messa in disparte, si è sfilata l'anello e lo ha regalato. Questo al Bar Ile de France di Takanbor, 3 metri per 4.
- Aprire per 200 km la strada sulla sabbia tra i cespugli (Marcouba), chissà come rigogliosi, e il vento che non la smette di tirare, è un'impresa anche da poco se si vuole, ma che ti lascia con un senso di ondeggiamento anche quando cammini sulla terra ferma.
- Ciò che ti fa andare avanti è la determinazione. Per essere determinati occorre credere in qualche cosa. E' più facile credere quando si è giovani (?).
- Per andare nel deserto non occorre un fisico granchè ma una testa.
- L'ordine ormai non ha più senso. Capisci così il disordine della gente di qua.
- Durante la notte il vecchio Tuareg (3) è venuto a portarmi la stella di Iferouane (4). Mi mancava. Cercate e trovate una per una ora le possiedo tutte.
- Il solito rito della vendita si è concluso in un modo insolito sovraccarico di mistero per le parole del vecchio: Ora tutto ciò che dirai sarà vero.
- Il vecchio Tuareg è arrivato da chissà dove e per chissà dove è ripartito.
- Alla Coca-Cola e al calcio si è aggiunto Rambo.
- Sting! Anche tu qui?
- Ci sorprende il fatto che gli indigeni si facciano pagare per farsi fotografare. Ci siamo dimenticati che la nostra è una cultura dove per denaro si vende la propria immagine e non solo.
- E' facile avere dignità quando si ha tutto.
1 - Torino - Sangha (Mali) - AR - 26.12.88 - 15.01.89 - Attraverso il Sahara via Tanezrouft.
2 - Una lunga striscia di mussola tinta in blu indaco usata come copricapo (taghelmust) dai Tuareg che stingendo sul volto il colore bluastro fa conferire loro la definizione di uomini blu.
3 - Di lui ricordo che era un Tuareg del Kel-Air, un fabbro (Inaden) stato al servizio di qualche nobile (Imohar) di origine berbera (?) e trasferito, durante la carestia per la grande siccità del 73, a Kidal nell'Adrar degli Iforas.
Aggiungo che forgiare il ferro e l'argento con il fuoco fa dell'Inaden una figura magica.
4 - Le stelle, più conosciute come croci, costituiscono il simbolo della tribù tuareg di appartenenza e vengono di regola portate al collo.
Ottenute mediante fusione in cera a perdere sono generalmente in lega di argento, e l'argento una volta si doveva ai talleri di Maria Teresa. Non ci sono precisi studi storici circa le origini di queste stelle a forma di croce. Un'ipotesi fa risalire all'influenza del cristianesimo la diffusione della croce come motivo decorativo degli amuleti tuareg contro gli spiriti maligni (djenoun). Daltronde la croce sul pane e i due bastoncini incrociati sulla tazza del latte hanno lo stesso scopo. Una ipotesi tanto affascinante quanto fragile.
Iferouane oasi nell'Air
Torino - marzo 1989
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